E' possibile riprodurre i contenuti del blog purchè i medesimi siano lasciati inalterati e venga citata esplicitamente la fonte.

domenica 30 marzo 2008

Malpensa, cronaca di una morte annunciata


Visualizzazione ingrandita della mappa

da Malpensa (aeroporto) a Milano Centrale FS 57,9 km – circa 1 ora 29 min
da Orio al Serio (Aeroporto)
a Milano Centrale FS 53,0 km – circa 1 ora 19 min
da Linate (Aeroporto) a Milano Centrale FS 8,6 km – circa 18 min

il dio mercato, il dio dei berluscones e dei celoduristi del varesotto (e di tanta parte della sinistra) ha voltato le spalle ai suoi fedeli, e crudele come solo gli dei sanno essere ha preteso il sacrificio di Malpensa sui suoi altari. Perché il dio mercato per quanto possa essere imbonito e imbrigliato dagli interessi di parte alla fine non ha pietà della stupidità umana. Perché la storia di Malpensa è una storia di stupidità e (forse) di interessi particolari.

Tempo fa in aeroporto (a Caselle mi pare di ricordare) nell'attesa di un volo involontariamente prestai l'orecchio al dialogo tra un pilota brianzolo di Alitalia e un giovane stewart, durante il quale il pilota spiegava come i problemi di Alitalia nascessero dalla "stupida resistenza" (sic) ad abbandonare Fiumicino come hub, resistenza che nasceva anche dalla volontà di alcuni suoi colleghi romani, verso i quali mostrava comprensione essendosi trovato per anni nella situazione opposta, i quali non volevano trasferirsi in Lombardia o diventare pendolari dei cieli. Malpensa infatti era il futuro, l'ottimizzazione, l'Europa!

Allora mi venne da sorridere, anche ai profani come me la miopia della strategia pro Malpensa appariva in tutta la sua immensità. Col senno di poi ci sarebbe stato da piangere.
L'idea di impiantare un hub a Malpensa, mentre la tratta "nobile", la più trafficata, restava Fiumicino-Linate (e poteva essere altrimenti: servono due ore di treno da Malpensa a Milano!) era semplicemente assurdo. Si penalizzava il turismo, che con Malpensa proprio non ha nulla a che spartire, si penalizzava il business, visto che piuttosto che andare a Malpensa in aereo tanto valeva raggiungere Milano in treno persino da Roma o da Napoli, si rinforzavano le altre compagnie, che offrivano voli dalle principali località del nord Italia e da Roma verso i propri Hub a prezzi stracciati (volare da Torino o Venezia a Malpensa sarebbe proprio una follia), si agevolavano le low cost che colonizzavano a due soldi i terminal vuoti di Linate e Fiumicino.

E Alitalia, che certo non godeva già allora di buona salute, andava a fondo come un sasso appesantita dal fardello Malpensa.
Ora mi chiedo come sia possibile che manager strapagati non abbiano visto, intuito, avvertito, impedito. Che la politica abbia lasciato questo scempio consumarsi per anni. Quali poteri forti e quali interessi siano stati tutelati, cui prodest.
Tutti hanno fatto finta di non vedere per anni, si sono voltati dall'altra parte, hanno alimentato campagne di disinformazione che hanno spinto un pilota a dire entusiasticamente che Malpensa era il futuro.

Malpensa è nata morta. Ed è stata ignorata per anni, un po' come i rifiuti in Campania. Si potrebbero portare la "monnezza" nell'area aeroportuale adibita a discarica: chissà che questa volta non si risolvano due problemi in un sol colpo.


Nessun commento: